Il Museo Archeologico di Napoli, in città è noto semplicemente come ‘o Museo. Dunque un museo per antonomasia, senza bisogno di altre specificazioni. Chi vuol completare la conoscenza di Pompei, qui deve venire, perché la collezione principale del Museo, quella che lo fa risultare uno dei più belli e interessanti del mondo, è appunto quella che riguarda i reperti che arrivano dagli scavi di Pompei e di Ercolano.
Nel Museo Archeologico di Napoli, posto su una collina che domina da un lato i decumani, e cioè il centro storico di Napoli, dall’altra Piazza Dante e dunque la parte terminale di via Toledo, sono raccolti anche altri preziosi reperti, ma i mosaici, gli affreschi, le statue di bronzo e tutte le suppellettili provengono dalle aree dell’eruzione.
D’altronde che la ricchezza di Pompei sia proprio in quelle suppellettili, in questo caso preziose, e quindi negli accessori della vita quotidiana, è cosa nota. Così come molto, se non moltissimo, di quello che sappiamo sulla pittura parietale romana viene dalle ville e dalle case di Pompei, e qui vennero conservate, specialmente in quella fase iniziale degli scavi, in cui tutto consisteva nella ricerca di tesori dell’antichità, da sottrarre al luogo in cui venivano ritrovati per portarli alla visibilità di tutti.
Le statue
Cercando tra le mille proposte di un Museo che richiede una visita lunga e approfondita, proviamo a individuare alcuni capolavori provenienti dagli scavi. Tra le statue ne segnaliamo due: il Dorifeo – ritrovato nella palestra sannitica – e l’Efebo – trovato nella casa che ora, in suo onore, si chiama così . La prima statua è importante, oltre che bella, perché è la migliore copia che abbiamo di un capolavoro assoluto della scultura greca, il Dorifeo di Policleto, il grandissimo scultore greco che con questa statua aveva stabilito il suo canone perfetto e da lui, il più grande della Grecia insieme con Fidia, giudicato il suo capolavoro.
Le pitture e i mosaici
Ma di statue, bellissime, sono pieni i musei archeologici, per le pitture romane, invece occorre venire qui, per la bellezza, la ricchezza, e, in alcuni casi, per la completezza delle decorazioni pittoriche. Ad esempio dal tempio di Iside di Pompei sono stati ricavati quasi integralmente gli affreschi che qui sono conservati, insieme con gran parte delle suppellettili votive e artistiche. Queste pitture ci illustrano fasi del culto e dei miti legati alla divinità egizia, che in epoca imperiale aveva preso piede in ambito romano e che aveva trovato a Pompei un culto coinvolgente.
Ma le pitture sono davvero tante e di tutti i tipi, così da rappresentare stili diversi, ispirazioni differenti (alcune opere sono chiaramente copie di pitture greche, altre sono locali), temi disparati, con la ovvia prevalenza di temi mitologici. Bello è ad esempio il ritratto di Medea, o le fanciulle che giocano all’astragalo (una specie di gioco dei dadi), e poi Achille e Giasone, scene dell’Iliade, divinità e scene quotidiane, ritratti e nature morte, queste ultime insieme con le scene di giardino, bellissime oltre che importanti storicamente. La nostra conoscenza della pittura classica sarebbe monca se non avessimo questi reperti.
I mosaici sono un ulteriore complemento alla conoscenza di Pompei, con la meravigliosa scena della battaglia di Alessandro contro Dario, che è stata trovata nella cosiddetta casa del fauno Danzante. E poi ci sono i bronzetti, statue che è raro trovare altrove, perché tutto ciò che era di bronzo venne fuso durante il Medio Evo e le uniche copie sopravvissute sono o quelle trovate a mare o, come nel nostro caso, quelle sepolte.
Infine, da non perdere, il modello in sughero della città di Pompei, che ci mostra la struttura urbana della città in scala 1 : 100.
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